Oltre il mare, oltre i muri: il nostro orizzonte al Festival della Migrazione

In un mondo che si muove, cambia e si intreccia, il Festival della Migrazione rappresenta molto di più di un evento culturale. E’ uno spazio di ascolto, confronto e condivisione. Un luogo dove le storie personali diventano patrimonio collettivo e dove l’integrazione non è solo un obiettivo, ma una pratica quotidiana.

È in questo spirito che l’Association for the Integration of Women ha scelto di esserci e raccontarsi: con la sua voce, le sue esperienze e soprattutto con le donne che ogni giorno trasformano la migrazione in opportunità e rinascita.

Un festival per guardare “oltre”

Il Festival della Migrazione, giunto quest’anno alla X edizione, nasce per dare visibilità alle molteplici sfaccettature del fenomeno migratorio, con un approccio che intreccia cultura, diritti e partecipazione.

Tra incontri, tavoli di confronto, workshop, spettacoli e mostre, diverse città italiane, in modo sempre più diffuso, si trasformano in luoghi di cittadinanza attiva, in cui il dialogo prende forma.

Il tema centrale di quest’anno - “Oltre il mare, oltre i muri - un orizzonte di speranza per una nuova città” è un invito a superare le barriere fisiche e simboliche, e a costruire insieme una società più aperta, solidale e inclusiva. Una società che nasce dall’incontro, dalla speranza e dalla volontà condivisa di costruire un futuro prosperoso per tutti. Ed è proprio questa visione che noi di AIW cerchiamo di portare a Modena con i nostri progetti.

Locandina del Festival della Migrazione 2025

L’incontro: “Italia tra passato e futuro. La cittadinanza che cambia”

Durante l’evento inaugurale del festival, al Teatro San Carlo di Modena, Caroline Caporossi, co-fondatrice di AIW, ha condiviso il palco con l’artista e attivista Sonny Olumati e la cantante Awa Fall Mirone per una serata e un dialogo coinvolgenti ed emozionanti.

Caroline Caporossi, Sonny Olumati e Awa Fall Miron sul palco del Teatro San Carlo

Caroline ha raccontato come il progetto AIW sia nato dal desiderio di creare opportunità lavorative reali per le donne migranti, offrendo loro uno spazio pieno di opportunità in cui sentirsi accolte e valorizzate.

“Quando si parla di migranti, la parola ha quasi implicito un costante movimento (…) ma le persone con cui lavoriamo sono qui perché vogliono essere qui. Mettere radici significa dire alla comunità, con tutta l’audacia, che io sono qui e posso contribuire e solo quando io decido di farlo riuscirò a ottenere obiettivi e progresso a lungo termine. La società deve creare il terreno fertile con un’attitudine di accoglienza. Non serve dare soluzioni ma un senso di accoglienza e accesso a informazioni e opportunità, e questa è la nostra missione: fornire risorse alle donne per mettere radici e rifiorire. Perché se loro rifioriscono, rifioriamo tutti, però noi abbiamo dato solo una piccola parte.”

Caroline Caporossi, co-founder AIW, alla serata inaugurale

Radici in mostra: cibo, fotografia e migrazione

Accanto agli incontri e agli spettacoli, AIW ha curato l’evento “Radici in mostra: cibo, fotografia e migrazione”: un evento pensato per riflettere sul significato profondo delle radici - culturali, personali e culinarie - attraverso un percorso immersivo fatto di linguaggi diversi, quali l’immagine, le parole e il gusto.

Il pomeriggio si è aperto con una mostra fotografica, frutto di un’attività partecipata dalle nostre tirocinanti insieme alla nostra volontaria Martina Arcadu, psicologa e dottoranda in Scienze Sociali.

Le immagini raccontavano il significato del cibo nelle loro vite e nel percorso vissuto a Roots, svelando storie di migrazione, difficoltà e rinascita. Il portico del Cortile del Leccio si è trasformato in una galleria di esperienze, arricchita dai pensieri dei visitatori che hanno risposto alla domanda: Che significato ha il cibo rispetto a chi sei?

Alcuni scatti della mostra fotografica

Contemporaneamente, abbiamo invitato il pubblico modenese a contribuire alla conversazione sul tema del cibo come strumento potente per parlare di migrazione, radici e trasformazione, gestendo due momenti di World Café.

I partecipanti, circa 50 persone, hanno avuto modo di dialogare e confrontarsi, tra di loro e con le nostre tirocinanti, condividendo ricordi, esperienze e emozioni. Ne sono nate riflessioni profonde su identità, interculturalità e appartenenza — culinaria e non solo.

Alcuni scatti dei momenti del World Café

L’impatto: quando l’incontro diventa cambiamento

Per molte delle nostre tirocinanti, è stata la prima volta in cui hanno potuto condividere la propria cultura in uno spazio pubblico e valorizzante. Il pubblico ha risposto con entusiasmo, creando un dialogo spontaneo e autentico.

Il Festival della Migrazione ci ha ricordato che l’integrazione non è un progetto a termine, ma è un processo continuo, fatto di ascolto, fiducia e reciprocità, che noi sosteniamo con cura.

Far sentire integrati i migranti non significa privarli della loro identità originaria per crearne una che sia omologata a quella della nostra società ma, come ha sottolineato Caroline durante il talk inaugurale:

“L’integrazione parte dall’interno, il mio senso di appartenenza viene creato quando io per prima mi sento accettata come me stessa e comoda nella mia pelle”.

Il nostro impegno continua

AIW continuerà a costruire spazi di accoglienza dove le donne migranti possano essere protagoniste, non solo beneficiarie. Spazi dove il lavoro, la cultura e la comunità riconoscono il valore dell’inclusione e si intrecciano per generare cambiamento.

Se vuoi sostenere i nostri progetti, conoscere le storie delle donne che fanno parte di AIW o partecipare ai prossimi eventi, seguici sui nostri canali e diventa parte attività della nostra comunità! 

Ogni gesto, ogni incontro, ogni parola può essere un ponte tra culture.

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